25 APRILE SEMPRE

“Oggi stiamo vivendo una delle esperienze più belle che all’uomo sia dato provare: il miracolo della Libertà”

17 GIUGNO 1937

Sono passati quindici anni dalla marcia su Roma e la società è ormai del tutto fascistizzata. Si è fascisti dalla culla alla tomba. A quattro anni Figli della Lupa, a otto anni Balilla, a sedici anni avanguardisti, gli studenti universitari devono iscriversi ai GUF (Giovani Universitari Fascisti). Ma i cambiamenti riguardano anche la sfera politica: la nascita del Gran Consiglio del Fascismo, il fascismo unico partito, il confino per tutti i dissidenti del partito, il divieto di scioperi, la limitata libertà di stampa, l’obbligo per tutti quelli che lavorano nella pubblica amministrazione di farsi la tessera del partito, l’obbligo per tutti i docenti universitari di iscriversi al partito. Roma e l’Italia sono ormai del tutto fascistizzati.

10 GIUGNO 1940

A meno di un anno dall’invasione della Polonia da parte di Hitler Mussolini ha annunciato, dal balcone di palazzo Venezia a Roma, l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania nazista. Fa muovere le truppe sul versante alpino per invadere da sud la Francia, già messa in ginocchio dalla ben più possente invasione tedesca. La Francia capitola il 14 giugno quando i tedeschi occupano Parigi. L’Italia è in guerra. 

13 LUGLIO 1943

Nessuno pensava, per la presenza sia di siti archeologici e artistici sia del Papa, che Roma sarebbe stata bombardata. Ma alle undici e trenta, dopo 1134 giorni di guerra, più di seicento bombardieri hanno sganciato oltre novemila bombe sugli scali ferroviari di san Lorenzo, Salario e Tiburtino. I lanci dovevano essere precisi ma sotto le bombe sono morti circa mille e settecento civili, senza contare i feriti e la distruzione di interi quartieri. Li chiamano i “danni collaterali” di una guerra che già sta facendo milioni di morti. 

25 LUGLIO 1943 

A metà maggio il re Vittorio Emanuele III inizia a valutare il problema di come uscire dalla guerra considerando i pronostici non incoraggianti per il futuro del Paese. Nessuno sembra più credere ai progetti politici e militari di Mussolini e il 25 luglio, a seguito di un voto di sfiducia, si dichiara la caduta del fascismo. Lo stesso giorno il re incarica Badoglio e fa arrestare l’ex Duce. L’Italia sembrerebbe libera dal fascismo sebbene sia ancora coinvolta nella guerra. 

8 SETTEMBRE 1943

In un comunicato radio il generale Badoglio annuncia alla nazione l’armistizio firmato in gran segreto con le forze alleate qualche giorno prima. Subito dopo ha inizio la precipitosa fuga da Roma del re, del governo e del comando supremo. Scatta su tutto il territorio il piano tedesco per il disarmo delle truppe italiane. Nasce il CNL (Comitato di Liberazione Nazionale) per coprire il vuoto di potere e gli antifascisti iniziano ad organizzare le prime formazioni partigiane. Le truppe tedesche occupano Roma e a porta san Paolo ha ufficialmente inizio la Resistenza armata. 

16 OTTOBRE 1943

“È stato un giorno che mi è rimasto impresso, non solo nel cuore ma anche negli occhi: la mattina del 16 ottobre 1943 […]” 1259 ebrei del Ghetto di Roma, tra cui 207 bambine e bambini, sono stati rastrellati dalla Gestapo, in collaborazione con i funzionari fascisti, e deportati nel campo di sterminio di Auschwitz. Di tutte queste persone rientrarono vivi in Italia solo 15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino. Mica ci vorranno ammazzare tutti, vedrai, non ci ammazzeranno tutti. E invece, volevano proprio ucciderli tutti. 

26 MARZO 1944

“Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, elementi criminali hanno eseguito un attentato con lancio di bomba contro una colonna tedesca di Polizia in transito per via Rasella. In seguito a questa imboscata, 32 uomini della Polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti. Il Comando tedesco, perciò, ha ordinato che per ogni tedesco ammazzato dieci criminali comunisti-badogliani saranno fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito”. 3 3 5 persone, scelte tra quelle che abitavano nei pressi di via Rasella e quelle già in carcere, furono portate nelle cave sulla via Ardeatine e ammazzate uno ad uno per ordine di Kappler. Non una vendetta a seguito dell’attentato di via Rasella ma un tentativo di addomesticazione della città, una vera e propria barbarie disumana. L’ordine era già stato eseguito. 

4 GIUGNO 1944

“4 giugno 1944, arrivano i primi soldati americani. Ieri la quinta armata, dopo la conquista di Cassino e l’ultimo attacco dalla testa di ponte di Anzio, ha fatto il suo ingresso trionfale a Roma. L’esercito alleato si è recato prima in Campidoglio, poi in Piazza San Pietro ad ascoltare Pio XII. Dopo 271 giorni di violazioni, violenze e sofferenze affrontate dalla popolazione, Roma è finalmente libera. La felicità è alle stelle. Non resta che liberare il resto dell’Italia”. 

27 GENNAIO 1945

Il 27 gennaio le truppe sovietiche della Prima Armata del Fronte Ucraino, comandata dal maresciallo Koniev, entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz. L’apertura di quei cancelli e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista. La stima dei prigionieri portati all’interno dei campi è di 9 milioni, 715 mila e 700. Gli ebrei morti furono circa sei milioni, tra questi più di un milione e mezzo di bambini uccisi nei forni crematori o morti di fame, stenti o maltrattamenti. Persero la vita in condizioni disumane anche prigionieri di guerra sovietici, Rom, disabili, omosessuali, antifascisti, massoni, afro-europei e testimoni di Geova. 

SETTEMBRE 1943 – MAGGIO 1945

Eccidio di Monte Sole – 770 vittime

Eccidio di Sant’Anna di Stazzema – 560 vittime

Eccidio di Lippa di Elsane – 269 vittime

[……]

Dall’11 settembre del 1943 al 19 maggio del 1945 i nazifascisti uccisero circa 24000 persone tra cui donne, bambini, civili, antifascisti, dissidenti, disertori, prigionieri di guerra, ebrei, religiosi, partigiani e persone legate alla Resistenza.

25 APRILE 1945

L’8 settembre cambiò tutto. L’8 settembre è accaduto qualcosa di miracoloso: un gruppo di persone, senza nessuna chiamata dall’alto, improvvisamente si è ritrovato nello stesso posto guidati da una voce interna che diceva: se sei uomo, se hai dignità di uomo, questa è l’ora. Poi venne la notte del silenzio, incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa, incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa. Poi spuntò l’alba: ed è il 25 aprile. Oggi la gente grida, sventola fazzoletti, piange, sorride. La guerra partigiana si distingue da tutte le altre per essere stata una guerra di popolo. Dopo vent’anni di regime e  cinque di guerra da uomini oppressi siamo diventati uomini liberi. La guerra partigiana non può essere considerata solo un episodio militare o politico o un bel gesto altruistico; è tutto questo ma ancora di più. La guerra partigiana è una guerra di popolo. Io quando penso alla guerra partigiana non posso non pensare a quei fenomeni collettivi della natura: alle gemme degli alberi che improvvisamente vengono fuori tutti insieme, oppure alle piante subacquee dei laghi di una stessa regione che vengono fuori contemporaneamente, o alle rondini di un unico continente che si ritrovano tutte e sanno che è il giunto il momento di partire. E noi sapevamo che era giunta l’ora di resistere, era giunta l’ora di essere uomini, di morire da uomini per vivere da uomini. Improvvisamente ci siamo ricordati che cos’è la libertà, che cos’è la ragione, che cos’è l’intelligenza, che cos’è il senso di responsabilità. Perché il fascismo non è stato un flagello piombato dal cielo ma una catastrofe maturata nella coscienza di ognuno di noi. A me piacerebbe che il 25 aprile diventasse una festa come il 14 luglio in Francia o il 4 luglio in America. Una festa dove l’orgoglio e l’appartenenza vincono sulle polemiche e sulle divisioni; perché devono sapere che se dovesse riaccadere un flagello come quello del fascismo noi siamo tutti pronti a radunarci e a resistere. Perché oggi stiamo vivendo una delle esperienze più belle che all’uomo sia dato provare: il miracolo della Libertà”. 

E per questo che Ars Editour vi augura, oggi e sempre, un BUON 25 APRILE.

Di Chiara Civitarese 

Immagine di copertina di Marco Bertinelli

Le citazioni presenti nell’articolo sono di:

Settimia Spizzichino (reduce campo di sterminio di Auschwitz) 

Beppe Fenoglio (Partigiano – 1° Gruppo Divisioni Alpine)

Giorgio Amendola ( Partigiano – Brigate Garibaldi)

Norberto Bobbio (Partigiano – Partito d’Azione)

Piero Calamandrei (Fondatore Partito d’Azione)

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