Il Cantico di Angelo

“Io sono un trovatore. Lasciate che prima di partire io canti la storia di Giovanni e di come fu che egli divenne Francesco d’Assisi”

IO SONO UN TROVATORE E SEMPRE VADO PER PAESI E CITTÀ. ORA CHE SONO ARRIVATO FIN QUI, LASCIATE CHE PRIMA DI PARTIRE IO CANTI. QUESTA È LA STORIA DI GIOVANNI, FIGLIO DI PIETRO DI BERNARDONE E MADONNA PICA E DI COME FU CHE EGLI DIVENNE FRANCESCO D’ASSISI.

SAN DAMIANO – ASSISI, 1226

Nella chiesetta di San Damiano, nelle campagne di Assisi, un uomo quasi cieco e malato è costretto a stare giorno e notte nell’oscurità. Non sopporta più la luce del giorno né il chiarore del fuoco durante la notte. Il dolore agli occhi è talmente forte da non farlo riposare. Nonostante l’oscurità che lo circonda, riesce ancora a intravedere le bellezze della natura. Si fa leggere dai fratelli una lode composta da lui proprio in questa cella e scritta assieme a una musica di accompagnamento. Una delle prime poesie della letteratura italiana scritta in volgare. Una lauda (lode) vera e propria. Un componimento poetico di carattere religioso accompagnato dalla musica dei trovatori. Una lode ai doni della Natura e della Vita:

a te solo, buon Signore si confanno gloria e onore, a Te ogni laude et benedizione. A te solo si confanno che l’altissimo Tu sei e null’omo degno è te mentovare. Sì laudato, mio Signore con le tue creature specialmente frate sole e la sua luce. Tu ci illumini di lui che è bellezza e splendore di te, altissimo Signore porta il segno. Sì laudato, mio Signore per sorelle luna e stelle che tu in cielo le hai formate chiare e belle. Sì laudato per frate vento aria, nuvole e maltempo che alle tue creature dan sostentamento. Sì laudato, mio Signore per sorella nostra acqua ella è casta, molto utile e preziosa. Sì laudato per frate foco che ci illumina la notte ed è bello, giocondo e robusto e forte. Sì laudato, mio Signore per la nostra madre terra ella è che ci sostenta e ci governa. Sì laudato, mio Signore vari frutti lei produce molti fiori coloriti e verde l’erba. Sì laudato per coloro che perdonano per il tuo amore sopportando infermità e tribolazione. E beati sian coloro che cammineranno in pace, che da te buon Signore avran corona. Sì laudato, mio Signore per la morte corporale che da lei nessun che vive può scappare. E beati saran quelli nella tua volontà che sorella morte non gli farà male.
(Il Cantico delle Creature, Angelo Branduardi, dall’album L’infinitamente piccolo)

“Perché un laico come me ha scelto di misurarsi con un Santo? Innanzitutto perché Francesco è, oggi forse più di ieri, santo, ma anche un grande poeta. Un poeta che amava cantare. Per accompagnare il suo Cantico compose una musica che è andata perduta. Ecco: ciò che mi ha spinto a mettere in musica alcuni suoi scritti ed episodi della sua vita è stata innanzitutto la voglia di ridare voce alle sue parole, perché potessero essere nuovamente cantate. Questo è: Francesco era poeta, amava cantare ed era Santo. Un santo poeta che amava cantare” (Angelo Branduardi)

ASSISI 1182 ca.

Di questa costa, là dov’ella frange \ più sua rattezza, nacque al mondo un Sole \ come fa questo talvolta di Gange.
(Divina Commedia Paradiso Canto XI – Musiche Angelo Branduardi, dall’album L’infinitamente piccolo)

Nella città di Assisi, dalla parte del monte Subasio dove la costa è meno ripida, nasce un Sole per il mondo, come il Sole vero e proprio sorge talvolta dal fiume Gange. La madre, la nobile madonna Pica, decide di partorire in una stalla, proprio come nacque Gesù. Tre suoi compagni, Angelo, Leone e Rufino, raccontano che inizialmente il suo nome è Giovanni. Suo padre, il ricco mercante Pietro di Bernardone, non c’è al momento della nascita e al suo ritorno decide di chiamarlo Francesco, forse in riferimento ai rapporti commerciali che Pietro ha con la Francia. L’Italia in questo periodo formalmente è sotto l’impero ad eccezione dei territori del Papato. Ma c’è una grande novità: la nascita dei Comuni e lo scontro tra guelfi e ghibellini. 

ASSISI 1198

Assisi è una città ghibellina e quindi schierata con l’imperatore Federico I Barbarossa ma all’improvviso la città prende le parti di papa Innocenzo III e diventa guelfa. La rocca di Assisi è assaltata, l’aristocrazia ghibellina si rifugia a Perugia e tra le due città inizia uno scontro che si trascina per anni. Proprio durante una di queste battaglie Francesco è catturato e imprigionato per un anno in condizioni durissime. La pace tra queste due città non tarda ad arrivare e le famiglie ghibelline fanno ritorno ad Assisi. Tra queste vi è anche una giovane, figlia di nobili, caritatevole con i poveri e sensibile alle sofferenze: Chiara. Uscito di galera grazie a una cospicua somma di denaro elargita dal padre, stremato mentalmente e fisicamente, la vita di Francesco è segnata da due sogni che lo esortano ad abbandonare la carriera di soldato e rientrare ad Assisi. Inizia così il cammino spirituale del figlio di un ricco mercante. Un viaggio intrapreso con Chiara che diventerà una delle sue più strette collaboratrici e con Bernardo di Quintavalle, il suo amico d’infanzia. Cammino destinato a segnare la storia della cristianità. 

ASSISI 1210

“E dopo che il Signore mi dette dei frati nessuno mi mostrava cosa dovessi fare ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. E io la feci scrivere, con poche parole e con semplicità”:

come agnelli in mezzo ai lupi io vi mando. Con candore di colomba, con l’astuzia del serpente e non portate borsa né mantello né calzari. E non portate pane né bastone né denaro. Lascerete il padre, la madre ed i fratelli, lascerete i figli, le vostre case e i campi. Non cercate il lusso delle vesti. In questo mondo, amatevi l’un l’altro, tra voi ditevi fratelli. Per servire voi veniste, polvere il denaro, accogliete nella gioia l’uomo che a voi venga, sia l’amico che il nemico, il ladro ed il brigante. Nulla vi trattenga, vi divida, vi separi.
(La regola – Angelo Branduardi, dall’album L’infinitamente piccolo)

Nella chiesetta di Porziuncola, ad Assisi, Francesco ha l’ispirazione per scrivere questa Prima Regola francescana, fondamento dell’ordine. Una guida spirituale e una serie di norme quotidiane per la piccola comunità nascente di fratelli. 

Né li gravò viltà di cor le ciglia \ per esser figlio di Pietro Bernardone, \ né per parer dispetto a maraviglia; \ ma regalmente sua dura intenzione \ ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe\ primo sigillo a sua religione.
(Divina Commedia Paradiso Canto XI – Musiche Angelo Branduardi, dall’album L’infinitamente piccolo)

Francesco, figlio del mercante Pietro Bernardone, non si vergogna della sua umile condizione e si reca a Roma al cospetto di papa Innocenzo III. Dopo più di tre mesi di attesa davanti al palazzo del Laterano il Papa concede loro udienza e di fronte al pontefice Francesco si comporta con modi regali. Il Papa, dopo le prime esitazioni, concede il primo sigillo, seppur solo oralmente, al suo Ordine. Francesco e i suoi compagni costituiscono ormai un gruppo folto formato da laici e chierici, popolani e uomini abbienti. In questo periodo sono spinti dal desiderio di predicare ed evangelizzare soprattutto in quelle terre abitate da infedeli.  E finalmente, al seguito della quinta crociata, sbarcano in Egitto. Quante battaglie, quanto sangue versato. La Pace è un’azione e va inseguita. 

DAMIETTA, EGITTO, 1219

Frate Francesco partì una volta per oltremare, fino alle terre di Babilonia a predicare, coi suoi compagni sulla via dei Saracini furono presi e bastonati, i poverini! Frate Francesco parlò e bene predicò che il Gran Sultano ascoltò e molto lo ammirò, lo liberò dalle catene così Francesco partì per Babilonia a predicare.
(Il sultano di Babilonia e la prostituta – Angelo Branduardi, dall’album L’infinitamente piccolo)

Imbarcatosi ad Ancona Francesco giunge a Damietta, città dove era in corso l’assedio da parte dei crociati. L’obiettivo della quinta crociata, indetta da papa Onorio III, si sposta dalla conquista di Gerusalemme all’occupazione del porto della città egiziana, importante per gli scambi commerciali con la Terra Santa. Giunto nella città portuale Francesco chiede al legato pontificio il permesso di attraversare con i suoi fratelli i territori musulmani. Il suo scopo è quello di incontrare e predicare i veri valori del Vangelo al sultano Malik al-Kāmil, nipote del leggendario Saladino, e porre fine alle ostilità. Francesco è accolto con cortesia e rispetto e i due hanno un lungo colloquio al termine del quale propone una sfida al sultano e ai suoi consiglieri: buttarsi nel fuoco. La provocazione non è accettata ma suscita profonda ammirazione nel Sultano e dopo un lungo colloquio Francesco ha il permesso di predicare la fede di Cristo tra i saraceni. A due a due i frati si dividono in diverse parti dell’Egitto e Francesco giunge in una città e si ferma in un albergo per riposarsi.

Frate Francesco si fermò per riposare ed una donna gli si volle avvicinare, bello il suo volto ma velenoso il suo cuore, con il suo corpo lo invitava a peccare. Frate Francesco parlò: “Con te io peccherò” Nel fuoco si distese, le braccia a lei protese. Lei si pentì, si convertì, così Francesco partì per Babilonia a predicare.
(Il sultano di Babilonia e la prostituta – Angelo Branduardi, dall’album L’infinitamente piccolo) 

Dopo tempo, resosi conto di non poter fare più frutto in quelle terre, decise con i suoi compagni di far ritorno tra i fedeli ad Assisi. 

SAN DAMIANO – ASSISI 3 OTTOBRE 1226

FRANCESCO È ORMAI MOLTO MALATO, STANCO DAI LUNGHI VIAGGI. LA VISTA INDEBOLITA, I MUSCOLI AFFATICATI. SI È COMPIUTO IN LUI OGNI MISTERO. SI FA CANTARE IL CANTICO DI FRATE SOLE E DA ROMA FA VENIRE MADONNA JACOPA DE  SETTESOLI CHE PER L’ULTIMA VOLTA GLI PORTA I MOSTACCIOLI, I SUOI DOLCI PREFERITI 

Ancora non era notte, il sabato dopo i Vespri. Frate Francesco chinò il capo ed al Signore tornò. L’anima sua come luce oltre le nubi si levò. Come una nave sulle acque nella gloria dei cieli entrò.  Ed al calar delle ombre vennero le allodole cantando, sopra le case roteando stettero a lungo gridando. Ancora non era notte, il sabato dopo i Vespri compiuto in lui ogni mistero. Frate Francesco spirò.
(La morte di Francesco – Angelo Branduardi, dall’album L’infinitamente piccolo)

 

Di Chiara Civitarese 

Immagine di copertina di Marco Bertinelli

Tratto da:

– La Lauda di Francesco – Musiche di Angelo Branduardi, Testi di Luisa Zappa Branduardi, Regia di Oreste Castagna, Coreografia di Alberta Palmisano. La Lauda è la continuazione del progetto dell’Infinitamente piccolo, album pubblicato da Angelo Branduardi nel 2000. 
– Fonti francescane: una raccolta di biografie, regole, lettere, laudi e preghiere scritte da San Francesco e santa Chiara.

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