Il calamo, la croce e lo scettro

“In tempi assai lontani \ tra papi e imperatori \ i primi cristiani \ della dottrina furono fondatori”

In tempi assai lontani,
tra papi e imperatori,
i primi cristiani
diventan i fondatori

di una fede che perlopiù
predica la fratellanza,
insegna la vita di Gesù
ed è diventata usanza.

Nella società aumentano
dissidi e aspre contese
che maggiormente tormentano
la pace del paese.

Ma le legioni in gran silenzio
scelgono lui: Costantino,
che prima di batter Massenzio,
in cielo vede un simbolo divino.

E da Milano emana
un famoso editto
con cui dà alla religione cristiana
ogni civil diritto.

È sempre lui medesimo
che ha una grande idea
riunire il primo concilio del cristianesimo
nella città di Nicea.

Il concilio, o sinodo, è un’adunanza
di vescovi che a difesa,
trattano in sostanza,
le questioni della chiesa.

Il primo concilio fu convocato
a seguito di Ario e la sua dottrina
con la quale lui aveva affermato
che Gesù non era una persona divina.

I 318 sacerdoti,
riuniti in città,
per tutti i devoti
definirono la consustanzialità.

Detta così sembra complessa
ma con lungimiranza
decisero che il Figlio è della stessa
del Padre natura e sostanza.

Arrivò Teodosio che, eliminato
più di un pretendente,
sotto il suo scettro ha unificato
Oriente e Occidente.

E per concludere
per i cristiani
fece chiudere
tutti i templi pagani.

Teodosio non a caso
nella grande metropoli,
in accordo con papa Damaso,
convoca il concilio di Costantinopoli

che ribadisce ancora
l’arianesimo come eresia,
così come allora,
si combatte l’apostasia.

Le cose cambiaron assetto,
morto l’imbelle Onorio:
ormai non è che un oggetto
lo scettro imperatorio.

L’Augusto Teodosio II,
ad Efeso, attuale Turchia,
convoca a tutto tondo
un altro concilio contro un’eresia.

Questa volta a scatenarla fu Nestorio
che non considerando le future sciagure
sfoderò il suo repertorio,
affermando che in Gesù c’eran due figure.

Così si iniziò a scrivere il credo dei cristiani
e i vescovi a Efeso senza alcun rinvio,
oltre che contrastare i nestoriani,
decretarono Maria generatrice di Dio.

Con la nuova primavera
Attila di lì a poco,
porta la tragica bufera,
mettendo tutto a ferro e fuoco.

Col sacro labaro in mano
e il barbaro feroce,
a Leone, pontefice romano,
non rimane che la sola croce.

Di assai problemi onusto
si reca a Calcedonia,
Marciano il nuovo Augusto
per presieder alla cerimonia.

Eutiche, e non alla carlona
continua a buttare sul fuoco benzina,
affermando che in Gesù c’era una sola persona
ma i vescovi decretarono le due figure: umana e divina.

Tra eresie, vandali e ciarlatani,
questa è la storia dei primi quattro concili detti basilari.

In totale siamo fino ad oggi a ventuno,
ce ne sono di storie da raccontare su ciascuno.

Continueremo a raccontar di sacro e profano,
ripartendo dal quinto concilio e da l’imperatore Giustiniano.

Di Chiara Civitarese

Immagine di copertina di Marco Bertinelli

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