Il Colosso di Ars Editour

A te, che sei stato il testimone e il complice della mia BELLA STORIA…

Io vent’anni fa ero una guagliona. Appena arrivata a Roma tutto mi sembrava confuso, grande, caotico e immensamente diverso. Quei vicoletti, quei quartieri e quelle piazze che oggi sono per me pieni di storie da raccontare allora erano eccessivi rispetto al mio paesino protetto dalla Maiella e coccolato dal mare.

Tu vent’anni fa eri un colosso. Alto, massiccio, senza capelli ma rigorosamente con gli occhiali in testa e i tuoi occhi azzurri che non sembravano nemmeno i tuoi. Colosso perché eri talmente grande e romano dentro e fuori che sembravi la statua di Nerone che ha dato il nome al Colosseo. [E come il colosso di Nerone anche tu nella tua grandezza e durezza emanavi quel senso di protezione che mi hai donato fino alla fine].

Un giorno di vent’anni fa, il primo giorno del corso di storia moderna, decisi di sedermi vicino a te e quando la professoressa ti cacciò per aver chiesto di fumare in aula io sorrisi e ci cacciò entrambi. [A onor del vero, anche se spesso le verità rovinano le belle storie, è stata la professoressa ad accendersi per prima la sigaretta ma ciò non le ha impedito di farti uscire quando tu hai chiesto, preteso energicamente, di fumare con lei. Quella vena l’ho vista gonfiarsi migliaia di volte. Perché fece uscire anche me resta tuttora un mistero.  Sempre a onor del vero la professoressa era completamente matta e l’esame l’abbiamo mollato subito. Sì Cà, avevi ragione].
Increduli siamo usciti e siamo andati a chiacchierare sulle scale di fuori, l’unico luogo del dipartimento di storia dove si poteva fumare. Da quel preciso istante hai iniziato ad essere il testimone e il complice della mia bella storia.

“Chià non ci credo che mi hai fatto aspettare venti minuti la mattina dell’esame!”.
“E io non ci credo che ti sei svegliato in tempo! [Tu eri un dormiglione cronico e io una ritardataria. Come siamo sopravvissuti all’università non riesco ancora a spiegarlo]. Ma dai tu sei vecchio, la professoressa avrà un occhio di riguardo per te e di conseguenza per me che ti sto sempre appresso”.
“Vecchia ce sarai! Per fortuna che abbiamo il nostro solito posto per parcheggiare”. [E pensare che il nostro solito posto è stato anche il luogo dove ti ho salutato per l’ultima volta].
“Nicea\filiouque. Efeso\monofisismo. Lateranense\investiture”.
“Cinque secoli di censure Chià. Per cinquecento anni la Chiesa ha proibito il libero pensiero. Hanno proibito le letture di Ariosto, Boccaccio, Erasmo, Dante. Hanno proibito a Galileo Galilei di pubblicare la sua teoria costringendolo ad abiurare e condannato Giordano Bruno al rogo. Tutto per una superstizione”.
“E tutto qui a Roma. A campo dei Fiori nel 1553 l’Inquisizione ha ordinato un rogo dei Talmud. In ricordo di quell’evento dietro la statua del filosofo bruciato vivo c’è un sanpietrino a ricordo di quanto accaduto”.
“Che fissa che hai con questi ebrei Chià. L’ultimo indice dei libri proibiti è stato pubblicato che io ero piccolino, ma ti rendi conto?”
“Si Carlo, mi rendo conto. Ora però abbiamo l’esame sui concili. Non mi confondere”.
“Secchiona”. [Ecco! Ars Editour è nata proprio lì, dentro quelle aule. Ogni esame era spunto di discussione e confronto e quel modo di raccontarci la Storia oggi per me è diventato un lavoro].

“Non ci credo che mi hai fatto aspettare venti minuti! Oggi è il tuo primo tour!”.
“E io non ci credo che ti meravigli ancora dei miei ritardi”.
“Sei una presidente poco affidabile”.
“Per questo ho scelto te come vice presidente”. [Il giorno che ti ho chiesto di essere il vice presidente della mia associazione per prima cosa mi hai chiesto il significato del nome, Ars Editour, ricordandomi che il latino lo conoscono in pochi. Poi hai riso. Sapevi che il mio amore per la storia mi avrebbe portata ad inventarmi un lavoro a misura per me. Hai firmato quelle carte senza esitazione e mi hai fatto promettere che un giorno, quando sarei diventata famosa e avrei pubblicato il mio primo libro, lo avrei dedicato a te. Hai organizzato il primo tour di prova per testare la fattibilità di questa mia impresa coinvolgendo anche tua moglie e due amici di un gruppo di persone che ho avuto la fortuna di conoscere grazie a te. Hai assistito a molti tour, mi hai consigliato nuovi posti da raccontare, hai stampato più volantini tu che la copisteria a viale Ippocrate, mi hai sponsorizzata ovunque con affetto ed orgoglio. Hai avuto sempre una parola di incoraggiamento soprattutto di fronte alle nuove sfide e mi ricordavi che non avrei mai dovuto dubitare della mia testa. Da quando è nata Ars Editour io ho iniziato a chiamarti vice presidè e tu a chiamarmi presidè. Esattamente così ci siamo salutati per l’ultima volta]

“Non ci credo che mi hai fatto aspettare mezz’ora. Abbiamo le prove con gli altri”.
“Non ci credo che hai occupato la macchina con questa pianola. Dobbiamo caricare un po’ ‘di cose vice presidè, devi fare spazio”.
“Tu sei laureata ma non capisci un cazzo! Tastiera, si chiama tastiera”. [Detestavi quando la chiamavo pianola perché fondamentalmente era una tastiera, non una pianola. Ma era divertente vedere la tua vena del collo gonfiarsi piano piano dalla rabbia e per me resterà sempre la tua pianola, anche se non la suonerai mai più]. 
“Non ti agitare subito, mica ti ho dato del laziale”.
“Provace”. [L’idea di raccontare la storia a teatro con la musica è stata tua. All’inizio mi hai proposto la prima guerra mondiale perché avevi già degli spartiti pronti. Io ho declinato la proposta e rilanciato sulla seconda guerra mondiale. Volevo raccontare dei partigiani, degli antifascisti, dell’occupazione di Roma, di via Rasella, del 16 ottobre e delle Fosse Ardeatine. Ti ho consegnato una lista di brani e tu hai pensato alla band. Sei riuscito a coinvolgere attorno a te un gruppo di musicisti che una prova dopo l’altra è diventato un gruppo di amici. Prima abbiamo raccontato la storia di una giovane abruzzese arrivata a Roma proprio durante gli anni del fascismo e della guerra e per questo diventata una partigiana. Poi abbiamo continuato a parlare di questa ragazza ormai cresciuta e docente all’università per raccontare gli anni Settanta. Il tutto accompagnato da canzoni eseguite dal vivo che hanno reso quel racconto decisamente più emozionante. L’associazione Ars Editour può vantare nel suo curriculum una compagnia di musicisti e cantastorie, la Compagnia del Novenove, che ha messo in scena quei racconti per ben 11 volte]. 

Oggi sono passati vent’anni da quella prima lezione di storia moderna e quasi dieci anni, a giugno, dalla nascita dell’associazione. 
Io non sono più una guagliona e tu non sei più un colosso. Non ho pubblicato nessun libro ma in questi dieci anni di Ars Editour tra tour, spettacoli, convegni, collaborazioni con scuole, municipi, agenzie viaggio e altre associazioni sono diventata un po’ famosa. E le promesse sono promesse. Il libro non c’è, ma la dedica si. E te la faccio scrivendo un articolo sul blog della tua associazione. Non è propriamente un articolo, forse nemmeno una lettera. In realtà non so cosa sia. Sono giorni che piango davanti a questo schermo, che scrivo e cancello. Ma era doveroso per me ricordarti e attraverso i miei ricordi raccontare di te a tutti quelli che fanno parte della grande famiglia di Ars Editour. Se fossi qui mi diresti di finirla con queste smancerie e quindi la chiudo utilizzando una frase che mi hai detto una delle ultime volte che ti ho visto:
“Presidè, ma quante volte se demo salutà! Dai, tanto ci sentiamo domani!”
Nonostante io stia rimandando questo momento per motivi che tu, uomo razionale ed agnostico, non solo non avresti capito ma addirittura avresti contrastato, è giunta per me l’ora di salutarti per l’ultima volta.

ADDIO Carlo, amico mio e colossale vice presidente dell’Associazione Ars Editour. Non ti dimenticherò mai e una lacrima per te continuerà sempre a scendere sul mio viso.

G R A Z I E  e  D A J E   R O M A 

A te,
che sei stato il testimone
e il complice della mia
BELLA STORIA.
Questa associazione resterà tua
SEMPRE E PER SEMPRE

(La presidente Chiara Civitarese
e tutta l’associazione Ars Editour)

Di Chiara Civitarese
Immagine di copertina di Chiara Civitarese

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